domenica 20 ottobre 2013

Il disagio...e le fallite vendette



L’Italia. La Lombardia. La Bassa Padana. Il disagio…
Gli stivali sporchi di terra, la nebbia, il deserto urbano, il disagio…
Tutto è cambiato ma nulla è mutato.
Le prime quattro canzoni del disco sembrano sottolineare questo concetto: tutto è cambiato…la società, le innovazioni tecnologiche, la comunicazione di massa, la “felicità” a portata di mano… ma nulla è mutato… l’apatia, l’ansia, la paranoia, l’incomunicabilità…il disagio.

Una statica e insostenibile morte dell’essere, cui non ci si può sottrarre…un male di vivere che ti fa urlare, incazzare, ribellare, correre….correre…una corsa ciclica e senza fine:  più corri e più rimani nello stesso posto. Non hai colpe. Puoi tentare di accelerare ma è inutile. Prima che te ne renda conto ti hanno raggiunto e il tuo nuovo posto è sempre lo stesso posto. Le tue vendette sono fallite.



 


Una rabbia eterna e straziante che viene a galla nella seconda parte del disco aumentando sempre  più e raggiungendo l’apice nella cover di “Kick out the jams” degli MC5. La canzone manifesto della band di Detroit viene interpretata al meglio dai Cock Fighters, i quali, pur rimanendo fedeli allo spirito originario, attualizzano l’aggressiva rivoluzione sonica mediante un muro di feedback che trasmette un senso di  violenza malinconica e spleen generazionale. Il disagio e la paradossale incapacità di condivisione e comunicazione che caratterizza la società moderna traspare lungo tutta la durata del disco e la scelta di cantare poco, sia essa ricercata o spontanea, non fa che sottolineare tale idea.



Certamente i Cock Fighters non propongono nulla di musicalmente innovativo e il sound, sebbene più aggressivo e selvaggio, ricorda le band italiche dei primi anni settanta. Il trio non ha bisogno di emulare i musicanti moderni e non lo desidera. Se tutto è cambiato, ma nulla è mutato non ha senso…così come non ha senso cantare in inglese …. meglio essere veri e fedeli ai propri gusti, alla propria personalità e cultura d’origine…meglio recuperare un vecchio modo di far musica tipicamente italiano…meglio filtrare la musica straniera e sputarla fuori senza pensarci troppo su …il risultato sarà naif e ingenuo… ma vero, sentito, sofferto. I Cock Fighters grazie alle loro brevi e aggressive canzoni strumentali, tracciano la colonna sonora di una moderna realtà provinciale sempre più veloce e violenta e ormai sempre più simile alle egoistiche e dispersive grandi città metropolitane.